Il counseling ad orientamento core energetico:basi teoriche e strumenti

John Pierrakos Core Energetica

Abstract: La Core Energetica, fondata all’inizio degli anni ’70 da John Pierrakos, psichiatra americano di origine e cultura greca, allievo e collaboratore di W. Reich e co-fondatore della bio- energetica, è da lui definita, più che una psicoterapia una “educazione alla realtà interiore”, un processo evolutivo che aiuta l’essere umano a sentire e a riconoscere la propria forza vitale, chiamata CORE, e ad agire a partire da essa.

Un ruolo importante nel concetto dell’individuo secondo Pierrakos è il ruolo dell’energia che si localizza in diversi strati con al centro il Core, sede della energia vitale più elevata e creativa e fonte di amore. La presa di coscienza del core rappresenta per l’essere umano la fonte di vera gioia, di vera felicità. Purtroppo l’uomo riesce raramente a contattare il suo “nucleo” perché diverse barriere, rappresentate da livelli energetici, si oppongono ad esso e lo mantengono in stati di insoddisfazione, malessere o sofferenza.

Scopo della core energetica è di portare l’individuo a scoprire il suo nucleo di gioia e amore per permetterle una vita piena e soddisfacente.

Per raggiungere questo traguardo si può utilizzare il counseling core energeti- co che, grazie a differenti tecniche e processi originali sviluppati da Pierrakos, aiuta la persona a riconoscere prima e superare poi le barriere che impediscono la scoperta del proprio core. Si illustrano le basi teoriche e la metodologia utilizzata dal counselor core-energetico.

La CE è stata fondata da John Pierrakos, medico e psichiatra di origine greca. Cultore della filosofia occidentale e orientale, studioso ed estimatore di Jung -che ha introdotto il concetto di anima nella pratica analitica- diventa paziente e poi collaboratore di Wilhelm Reich. Con il grande psichiatra austriaco, allievo di Freud, condivide importanti esperienze nel campo degli studi sull’energia e le considerazioni sul- la identità psicosomatica e sull’analisi del carattere che si struttura nel corpo. Assieme ad Alexander Lowen, fonda la bioenergetica, approfondendo il concetto di struttura caratteriale, scoprendo l’importanza di lavorare sul radicamento (grounding) come elemento essenziale nella terapia e sull’importanza della “volontà”. Insieme creano un’importante serie di esercizi corporei per mobilizzare l’energia bloccata nel corpo.

Parole chiave: counseling core-energetico, realtà interiore, Pierrakos, maschera

 

di Nicoletta Piardi, pubblicato in Rivista Italiana di Counseling

Definizione

La Core Energetica (CE) è un processo evolutivo che, mediante differenti tecniche verbali, fisiche e mentali, aiuta l’individuo ad ottenere una maggior consapevolezza di sé  e un maggior grado di serenità e di soddisfazione personali.

La CE  si basa sulla convinzione che l’essere umano sia un sistema energetico e spirituale e, di conseguenza, il processo evolutivo che viene svolto con questa metodica integra tutti gli aspetti della personalità umana: corpo, emozioni, mente e pensiero, volontà e spiritualità. La dimensione spirituale è considerata una componente essenziale della guarigione e della crescita personale.  (Pierrakos J.C., 1987)

In  Italia la Core Energetica  si è sviluppata soprattutto  come counseling  e ne condivide ed utilizza principi e modalità  di intervento. “Non è una terapia perchè considera  i processi nevrotici come  questioni collaterali e non il traguardo finale” (Pierrakos, 1987)

Basi teoriche

La CE è stata fondata da John Pierrakos, medico e psichiatra di origine greca. Cultore della filosofia occidentale e orientale, studioso ed estimatore di Jung -che ha introdotto il concetto di anima nella pratica analitica- diventa paziente e poi collaboratore di Wilhelm Reich. Con il grande psichiatra austriaco, allievo di Freud, condivide importanti esperienze nel campo degli studi sulla energia e le considerazioni sulla identità psicosomatica e sulla analisi del carattere che si struttura nel corpo. Assieme ad Alexander Lowen, fonda la bioenergetica,  approfondendo il concetto di struttura caratteriale, scoprendo l’importanza di lavorare sul radicamento (grounding) come elemento essenziale nella terapia e sull’importanza della “volontà”. Insieme creano una importante serie di esercizi corporei per mobilizzare l’energia bloccata nel corpo.

Nonostante questi progressi, Pierrakos è insoddisfatto: “Alla fine di un percorso terapeutico mi accorgevo che una volta guariti ai miei pazienti mancava ancora qualcosa: non erano felici”  (Pierrakos, comunicazione personale,  1996).

Conclusa la collaborazione con Lowen, Pierrakos approfondisce gli studi sui campi energetici umani, sui concetti di aura e di chakras e  li integra nel suo lavoro,  insieme  agli  insegnamenti del Sentiero che trattano gli aspetti spirituali della crescita. In questa ricerca giunge al concetto di felicità, su cui si  interroga a lungo,  e che diventa il traguardo principale del suo metodo.

Obiettivo

L’obiettivo principale della  C.E.  è  conoscere  sé stessi,  trovare armonia e dare un senso alla vita, perché “sanare le piaghe non è sufficiente a generare un vero appagamento” (Pierrakos J.C.,1987).  Ma il vero traguardo  è soprattutto trovare la felicità che è dentro di noi sotto forma di amore. Difficile da descrivere, ma assolutamente riconoscibile quando la sperimentiamo, la felicità è una sensazione di benessere, di pace interiore, di appagamento, di gioia,di amore incondizionato e universale. Non dipende da qualcosa di esterno, ma è dentro di noi. L’anelito verso la felicità è costante nell’essere umano.

Teoria e specificità

Nella visione di Pierrakos, in accordo con le affermazioni della nuova fisica e con il pensiero dei filosofi e dei mistici orientali ed occidentali, l’universo è energia in perenne movimento. Anche l’uomo è energia e l’individuo è energia cosmica individualizzata nel singolo. Il movimento pulsante dell’energia costituisce la vita e più l’energia si muove, più il corpo è vivo, vibrante. Attraverso il corpo umano  scorre l’energia della vita, la stessa che scorre intorno a noi e c’è uno scambio energetico continuo tra la nostra energia interna e quella esterna.

L’essere umano, una entità corpo-mentespirito è costituito da vari livelli energetici. Al centro vi è il livello spirituale, il nucleo, o Sé superiore o Sé spirituale, il Core, che oltre a significare “nucleo” è anche l’acronimo di “Center Of Right Energy” dove Right ha il significato di vera, reale, autentica  (Pierrakos J.C.,1987). Consiste in  un centro  energetico spirituale connesso con l’energia del cosmo ed è la sede dell’amore. E’ lo strato più profondo, più interno dell’uomo, è energia creativa, vitale, è la nostra essenza, la “scintilla divina”, l’anima. E’ il centro di tutte le capacità e le potenzialità di quel singolo essere umano; la sua vera espressione è amore. Tutti noi abbiamo percepito almeno una volta l’esistenza di questo nucleo interno di luce e  di amore che contiene il nostro potenziale più elevato. E’ una  percezione  familiare a chi pratica la meditazione, ma ci sono momenti nella vita in cui improvvisamente entriamo in contatto con la nostra vitalità più profonda. Succede quando ci si innamora, per esempio, e  in altre situazioni particolari della vita. Se percepiamo il nostro Core sentiamo una forza e una chiarezza straordinarie, ci sentiamo davvero in comunione con  quanto ci circonda.” La forza dell’amore è la sostanza e il movimento della vita” (Chubbuck, 1999))

“La  spiritualità è la base della Core Energetica e non lo si dice abbastanza”( Blake,2004) La spiritualità in core energetica significa entrare in contatto con il proprio Core  e trovare il proprio vero sé, essere nella verità con se stessi, avere integrità,contattare il proprio potere, sapere che c’è qualcosa oltre la nostra materialità. La spiritualità diventa un modo di vivere e permette di trovare armonia e felicità, in quanto ci fa comprendere che abbiamo uno scopo nella vita e che tutto ciò che accade non è dettato dal caso, dal destino, dalla fortuna ma è un messaggio per comprendere sempre di più quale è  il senso della nostra vita, qui e ora. Diventa un modo di vivere.

Maschera, Sé inferiore e Sé superiore sono la rappresentazione dell’essere umano. Sono descritti come tre cerchi  di energia  concentrici e costituiscono la “mappa della consapevolezza”, fondamentali per comprendere la visione di Pierrakos e il suo lavoro. Al centro il nucleo della forza vitale e spirituale, poi il livello del Sé inferiore che lo circonda con una energia densa e pesante, poi la Maschera. Quest’ultima  e il Sé inferiore impediscono l’accesso al nucleo  e l’approccio core energetico ha come primo compito liberare gli ostacoli intorno al Core (Pierrakos, 1987)

Alla nascita il Core è in grado di esprimersi liberamente. Il bambino  è  connesso con il  suo centro ed esprime vitalità, gioia ed amore perché la sua energia fluisce liberamente e non ha blocchi. La vitalità, la gioia, il piacere, l’amore che manifesta con incontenibile energia spesso non vengono accettati dai genitori , dal contesto culturale e sociale e il bambino non si sente visto,  compreso, accolto. Prova  sensazioni di rifiuto che causano  dolore e poi di collera, frustrazione, rabbia.(Pierrakos E,1994). Spesso non siamo in grado di dare ai nostri figli l’amore di cui hanno bisogno perché noi stessi non lo abbiamo ricevuto o  non siamo capaci, chiusi nei nostri blocchi, di aprire il nostro cuore alla tenerezza e alla comprensione totale e soprattutto al rispetto di quella piccola anima. Trattenendo il respiro e contraendo i muscoli il bambino si accorge di allontanare la paura, la tristezza, la frustrazione. Se non respira e se la sua energia non fluisce liberamente ma è bloccata, non sente. Impara rapidamente che la libera espressione dei propri sentimenti e delle proprie emozioni, di ciò che sente, di ciò che egli è realmente, può essere pericoloso.  Come reazione al mondo  che percepisce  assente o ostile attorno a lui,  sviluppa  sentimenti di odio, rabbia e disprezzo, emozioni negative  che creano blocchi energetici e muscolari destinati a diventare cronici e  che costituiscono il Sé inferiore. Questo strato circonda il Sé superiore con un’energia pesante che avvolge e blocca il Core e ne soffoca la libera espressione. Il Sé inferiore è lo strato di emozioni negative in parte originarie,  ma soprattutto nate  in reazione  a ciò che il bambino sente come mancanza di amore.

Blocchiamo la paura, la collera, il dolore, l’odio, la rabbia, la disperazione…. ma blocchiamo anche le emozioni positive, perché l’energia che scorre e che veicola le emozioni è come un fiume in piena che scorre trasportando i fiori caduti dagli argini ma anche rami spezzati e foglie morte . L’energia è unica e scorre indistinta. Quando il bambino si rende conto che non può esprimere l’amore che naturalmente emana dal suo centro e tanto meno  quelle emozioni negative che sono la distorsione dei suoi sentimenti di amore,  decide di non sentirli più negando anche l’espressione e la percezione dei sentimenti teneri e dell’amore. “Sentire” è troppo doloroso.

Rapidamente, precocemente e con la capacità di adattamento creativo che  gli è tipico, il bambino adotta un  falso Sé, che lo renda amabile ed accettabile,  una falsa immagine di cui presto perde consapevolezza, la Maschera. Ci siamo identificati in essa e ne abbiamo dimenticato l’origine. Oltre a difenderci dal dolore la Maschera ci ha difeso e protetto dai nostri sentimenti di collera, ira, disprezzo, odio per coloro che non hanno saputo darci quello che intensamente desideravamo. Ma ci ha allontanato e ci allontana -anche dai nostri sentimenti teneri e amorevoli. Quando l’energia scorre nel corpo che inizia a vibrare , l’essere umano comincia a percepire quali strategie ha messo in atto per anni e ad accettare l’idea di poter accedere al suo nucleo di forza, saggezza, integrità, amore. Grazie all’intenso lavoro corporeo, integrato con la condivisione verbale e con l’esperienza emozionale il cliente trova la fiducia per penetrare nella Maschera.

Cominciamo a diventare consapevoli, oltre che della nostra Maschera, anche di quali e quante immagini ci impediscono di vivere nella realtà e con pienezza.

Le immagini sono false opinioni sulla vita e sugli altri, che derivano dalle esperienze infantili. “Mamma e papà litigano…tutti gli adulti litigano…” La loro caratteristica più importante è che portano a generalizzare le esperienze. Dimenticate e calate nell’inconscio, sono preconcetti solidi e incrollabili che guidano e motivano le nostre  scelte, influenzando la vita in modo inconsapevole e boicottando i nostri desideri e i nostri sogni. Anche le immagini sono uno strumento per difenderci dal dolore vissuto ed è necessario sentire dove sono congelate nel nostro corpo e farle emergere attraverso un lavoro  corporeo ed energetico intenso, per farle “uscire fuori” dai nostri blocchi. Una volta “stanate” dal nostro inconscio,  le possiamo trasformare prendendoci la responsabilità di usare la  volontà e la  capacità di scegliere.

Quando le strategie di difesa diventano consapevoli le emozioni a lungo trattenute emergono,  anche con la collera o con il pianto, con espressioni  di rabbia, odio, dolore, tristezza. Il cliente esprime con forza la sua negatività e ne diventa consapevole, fino ad accettarla.  Affiorano ricordi, sensazioni, pensieri che portano la persona naturalmente, da sola, a rivedere episodi del passato. I ricordi che emergono non sono interpretati, né suggeriti  ma arrivano per il solo fatto di far scorrere l’energia. Il cliente li verbalizza e li contestualizza con l’assistenza empatica del counselor, che gli dà sicurezza e presenza attiva. A volte  il counselor gli rivolge domande indirette aiutandolo con l’uso della maieutica a trovare le sue risposte, quelle risposte che sono già dentro di lui. A questo punto  la persona comincia a dare un senso ai ricordi e alle sensazioni e può usare la volontà, allo scopo di dirigerla verso un intento positivo e di soluzione. La volontà  si irradia dal suo centro vitale ed è meglio definibile con capacità di scelta, perché c’è sempre la possibilità di andare verso una scelta migliore e orientata verso la positività. A questo punto possiamo finalmente riconoscere il nostro Sé inferiore, lo strato della negatività che circonda il Core. Sé superiore e Sé inferiore costituiscono la parte vera dell’essere umano, la parte viva ed emotiva, mentre  nella Maschera non ci sono vere emozioni, ma solo false copie di esse. L’importante è esserne consapevoli ed imparare ad attraversarla, senza distruggerla per  riconoscere ed accettare il  Sé inferiore. Accettare il Sé inferiore modifica l’energia della persona e permette di accedere al Core e alla consapevolezza che tutto è mosso e diretto dall’energia più potente, l’energia dell’amore e che la spiritualità cui anela altro non è che amore in tutte le sue dimensioni.

Per poter contattare il Core, il nucleo della nostra energia vitale, dobbiamo per forza confrontarci prima con la nostra parte negativa, riconoscerla, accettarla per poi infine trasformarla. Dobbiamo entrare nello spazio del Sé inferiore con gentilezza e comprensione, senza vergogna e senza paura, e il counselor ci accompagna perché ha già contattato il suo e conosce la strada. Nel nostro lavoro  utilizziamo la “mappa della personalità”, che Pierrakos ha disegnato come una piramide.I cinque piani sono, partendo dalla base: il corpo fisico, le emozioni, la razionalità e il pensiero, la volontà e la spiritualità.  Ci serviamo dell’approccio corporeo, esprimiamo emozioni, utilizziamo il pensiero per contestualizzarle e affrontare le immagini, usiamo la volontà. e la spiritualità che altro non è se non la capacità di percepire e di vivere l’amore in ogni istante della vita, come base e come guida del nostro lavoro e della nostra esistenza. Utilizziamo anche la lettura del corpo e dei suoi blocchi, (Kurtz e Prestera, 1978) che  mostrano quali strategie di difesa il cliente utilizza per coprire la sua ferita primaria. Accedere alla ferita primaria  del cliente  significa vedere il suo dolore più antico e più profondo e questo ci rende più sensibili ed empatici nei suoi confronti e  poiché ad ogni  struttura corrisponde un particolare Sé superiore, possiamo vedere chi c’è realmente dietro la difesa ed orientare gli strumenti che abbiamo a disposizione in modo più specifico.

E’ importante essere consapevoli di dove siamo. Possiamo essere in ciascuno dei tre strati, ma solo se sappiamo dove ci troviamo siamo nella consapevolezza e nella verità. Se siamo nella Maschera , come accade per la maggior parte della nostra vita, siamo in uno spazio di difesa e di falsità, ci sentiamo vittime, o giudichiamo e critichiamo, siamo compiacenti o manipolativi…Se siamo nel Sé inferiore siamo nel dolore, nella collera, nell’odio, nel disprezzo e spesso agiamo queste emozioni. Se siamo nel Sé superiore siamo nel benessere, nella gioia, nella vitalità, nella verità e nel piacere e ci sentiamo bene, in contatto con noi stessi e con la nostra energia vitale, in armonia e sentiamo gioia, piacere e amore.

Siamo nel nostro Sé superiore ogni volta che amiamo, che siamo onesti con noi stessi e con  gli altri, che godiamo di ciò che stiamo vivendo, nel momento. A volte abbiamo paura ad andare nello spazio del  Sé superiore perché non siamo abituati a vivere  in una situazione di benessere, di serenità e di verità. E’ necessario contattare il Sé superiore per stare bene, ma soprattutto per accedere alla fonte inesauribile di energia di cui è costituito. Questa energia  è necessaria  per risolvere i problemi che ci fanno soffrire, per superare i periodi di malessere e di disagio e i conflitti, ma soprattutto per conoscere ed attuare il nostro personale “piano di vita”. Il nostro benessere non viene da fuori, ma dalle energie del nostro potenziale interiore. Pierrakos focalizza la su attenzione sulle qualità positive che  possono risplendere se le liberiamo dallo strato di negatività che le circonda. Per la Core Energetica infatti è fondamentale lavorare sulla nostra negatività, tenendo però sempre presente il potenziale ,“i gioielli” di cui siamo tutti abbondantemente forniti.

Metodologia di intervento

Per lavorare sui tre aspetti della consapevolezza: Maschera, Sé inferiore e Sé superiore, dobbiamo avere sempre presente la mappa della personalità, rappresentata dalla piramide. Il primo passo è insegnare al cliente a radicarsi, a tenere i piedi per terra fisicamente e simbolicamente, presupposto fondamentale, perché il “grounding”  (o radicamento) è la “messa a terra” di  un sistema energetico e la sua mancanza può rendere temibile  l’esperienza delle emozioni. Simbolicamente rappresenta  anche “to be in the present, now”(Blake comunicazione personale ,1997)). Il secondo passo, è far muovere l’energia congelata nel corpo e sciogliere i blocchi che non ne permettono il fluire, impedendo l’espressione delle emozioni che restano bloccate. Gli strumenti che si utilizzano per mobilizzare l’energia sono: il movimento corporeo vigoroso, con carica e scarica; il respiro” staccato” che consente una respirazione più ampia e profonda e rieduca una modalità di respirazione scarsa e disarmonica; l’automassaggio, che aiuta lo scioglimento dei blocchi; la vocalizzazione e tutto quanto aiuti il movimento attivo e coinvolgente anche con la musica e la danza.

In tutte le fasi il counselor sta accanto al cliente con accettazione e con empatia, sostenendolo quando ne ha bisogno, come una guida che conosce la strada, perché l’ha già lui stesso affrontata (Pierrakos , 1987). Una enfasi particolare è dedicata alla meditazione come strumento di approfondimento e di collegamento con l’energia universale.

Conclusione

Tutto il lavoro è indirizzato a liberare i Core  dagli ostacoli che lo circondano per potervi accedere in ogni momento della nostra vita-

Dal Core tutto appare facile e raggiungibile, i problemi si ridimensionano, il malessere viene accettato e sdrammatizzato, le difficoltà della vita diventano accettabili e vengono riconosciute come messaggi di cambiamento e di trasformazione. Contattando il Core l’essere umano si rende conto di avere tutta l’energia necessaria per affrontare  qualsiasi difficoltà, scopre chi è veramente,comincia ad accettarsi e ad avere fiducia in se stesso  e nella vita,impara a sentire-non solo a pensare- cosa realmente è meglio per sé e che l’Universo è fatto di gioia (Pierrakos, 1987). Comprendiamo chi siamo, quali sono i nostri veri bisogni, come agiamo e reagiamo nelle varie situazioni della vita. Conoscendo e accettando le diverse parti di se stesso l’uomo può accedere al suo Sé superiore e percepire il suo immenso  potenziale che gli permette di affrontare la vita e i disagi o la sofferenza che comporta, ma anche a vivere con gratitudine e  pienezza i tanti momenti di gioia e felicità che ci sono nella vita quando a guidarci è il desiderio di amare.

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Articolo pubblicato da Nicoletta Piardi in

Rivista Italiana di Counseling

nella sezione Quadri teorici, Vol.2, Numero 1, Marzo 2015, pag.18 con il titolo

Counseling ad orientamento core energetico: basi teoriche e strumenti

 

 

Ricordi di John Pierrakos

Seduto su un muretto, al tramonto, davanti al mare, John Pierrakos osserva l’orizzonte con il suo sguardo attento: controlla l’orologio, scrive dei brevi appunti. Teddy mi spiega che sta osservando i campi energetici del mare, misurandone le pulsazioni.

Poi, dopo qualche tempo, lascia il suo punto di osservazione, raccoglie il pallone dei miei bambini e ci sfida ad una partita di pallavolo sulla spiaggia. Corre, salta, non si risparmia certo, anche nel gioco come nel lavoro è entusiasta ed instancabile. Dopo una partita sfrenata, tutti in acqua. E il sole è già tramontato da un pezzo.

Alla sera, sulla terrazza, sotto un cielo spettacolare, davanti a un panorama che fa vibrare il cuore John parla, tra una risata e un sorso di buon vino. Parla di cose per me strane, ma affascinanti: energia, aura, forze spirituali, blocchi energetici. Racconta di come questi blocchi si formino nella primissima infanzia ed impediscano il fluire dell’energia. Chiama vicino a noi il mio bambino di un anno e ci mostra come nel cucciolo d’uomo il corpo sia libero da qualsiasi blocco, naturalmente agile e flessibile e come anche le emozioni siano immediate ed immediatamente espresse. Il piccolo infatti si divincola e

corre via

.

Spiega che intorno ad ogni uomo, come pure intorno agli animali, alle piante, ai fiori, ad ogni organismo vivente c’è un campo energetico che si può imparare a vedere, basta esercitarsi. Questo campo energetico è pulsante e cambia colore ed è quindi in grado di dare informazioni sullo stato fisico ed emozionale delle persone. Parla delle sue esperienze con Reich, con Lowen e quelle, più recenti, con Barbara Brennan, prima sua allieva e poi collaboratrice con la quale ha lavorato a lungo, lui medico lei fisico, alla comprensione dei campi energetici. Discute a lungo con mio marito e con Teddy – il primo chirurgo con interessi per la medicina olistica, il secondo psicoterapeuta, allievo, amico personale e ora anche ospite di John e nostro- del concetto di salute, malattia, guarigione. John dice che non è il medico che cura, il terapeuta può aiutare ed assistere il malato, ma la cura vera viene da noi stessi. Ripeto una frase di Voltaire che fa arrabbiare i colleghi di mio marito: “ l’arte della medicina consiste nell’intrattenere il malato mentre la natura cura il male” . A John piace molto e ride divertito, probabilmente anche per la mia pessima traduzione in inglese.

John ci spiega che ogni malattia del corpo è un chiaro avviso del fatto che nell’anima si sta combattendo un durissimo conflitto. Con il passare degli anni il conflitto si estende alla psiche e, se non compreso e risolto, si estende al corpo.

Per questo ci ammaliamo e per questo anche se guariamo da una malattia anzi, dai sintomi di una malattia, poi inevitabilmente ricadiamo in qualche altro malanno. Quindi ogni malattia, ogni crisi è una grande opportunità per l’essere umano di comprendere e superare i propri conflitti interiori e quindi di evolvere.

Quando una persona è ammalata il suo campo energetico è ridotto e di colore scuro: quando esprime le proprie emozioni: la paura, la rabbia, la collera, il dolore l’energia ricomincia a fluire e a pulsare.

E’ la manifestazione e la conferma che la malattia è provocata dalla repressione delle nostre emozioni: se le reprimiamo continuano ad esistere comunque dentro di noi e creano il conflitto che produce la malattia.

Rapita dai discorsi che si stanno intrecciando ho lasciato passare il tempo e ora non riesco a portare i miei figli a dormire. È una battaglia, come ogni sera. Chiedo a John cosa devo fare con i miei due bambini che hanno quattro e un anno. A volte sono stanca e arrabbiata, ma cerco di nasconderlo perché voglio essere una brava mamma per loro. Lui ride, con la sua risata aperta e mi dice che se sono arrabbiata i bambini se ne accorgono perché i bambini sentono al di là delle parole, percepiscono i veri sentimenti delle persone, perché leggono le emozioni nel campo energetico dei genitori. Non si può fingere con loro. Dice addirittura che i piccoli vedono l’aura e sanno interpretarne i colori: penso a mio figlio maggiore che a volte mi diceva “quel tipo là è tutto verde! Oppure “che carina la Lucia: è proprio rosa”…e vedo anche l’atteggiamento irrazionalmente chiuso oppure amorevole e sereno del mio figlio più piccolo con persone diverse.

Adesso capisco e penso che davvero i bambini abbiano molte cose da insegnarci, basta ascoltarli. John mi dice che quando sono arrabbiata, triste o magari ferita devo lasciare venire a galla le mie vere emozioni, ma non reagire contro i bambini, ma nemmeno contro il mio partner o qualsiasi persona mi venga incontro. È importante che senta le emozioni ma che mi prenda la responsabilità di non scaricarle addosso a chi non c’entra… Le emozioni spesso vengono da molto lontano, dalla nostra infanzia e sono così forti proprio perché le abbiamo represse tanto a lungo, come se fossero dentro ad una pentola a pressione: se non si lascia andare pian piano il vapore la pentola scoppia e noi facciamo una scenata, incuranti di quanti lasciamo sul campo, feriti dalla nostra esplosione. E i bambini-mi assicura John- quando vengono in contatto con gli scoppi di rabbia dei genitori si sentono attaccati in tutta la loro essenza e per proteggersi si contraggono creando una corazza di difesa intorno a loro stessi, una corazza che permette loro di non sentire le emozioni, per non dover soffrire. Purtroppo però il blocco delle emozioni agisce anche sulla gioia e sulla vitalità. È importante sentire e poi scegliere, decidere di non esplodere, magari uscire per un attimo dalla stanza, sfogare la propria frustrazione e la propria ira su un cuscino o su un materasso.

Abbiamo sempre la possibilità di scegliere-mi dice-, dipende da noi.  La volontà, come la responsabilità, sono due capisaldi dell’insegnamento di Pierrakos. Dopo secoli di educazione improntata sul senso del dovere e sulla forza di volontà negli ultimi decenni c’è stata per reazione la tendenza a togliere al singolo la responsabilità personale.

Un cardine del lavoro di Pierrakos è proprio la responsabilizzazione- la cui mancanza mi sembra uno dei problemi di base della nostra società- e la corretta interpretazione dell’Ego creativo e della volontà. Pierrakos individua anche alcuni chakra nella parte dorsale, sconosciuti al mondo orientale e li definisce chakra della volontà.

Egli dice che non c’è contrapposizione alcuna fra la volontà e le emozioni, perché l’amore, da solo, non basta: non basta credere nella forza dell’amore, sentirci pieni d’amore: l’amore va agito oltre che sentito e per agirlo dobbiamo volere.

Mi piace questa definizione che John mi da dell’amore “L’amore è una forza pulsante…è come una stufa a legna che emette continuamente radiazioni e calore. L’amore non chiede nulla, emette e penetra soltanto…Nella sua essenza l’amore è uno stato dell’essere fisico, mentale, emotivo e spirituale al tempo stesso”

Ascolto, e le sue parole entrano dentro di me e sento che tutto quello che sta dicendo è vero. Parla di filosofia, di spiritualità, delle rivelazioni ricevute medianicamente da Eva, la moglie morta da anni, rivela grandi verità con parole semplici, comprensibili e il suo atteggiamento è affettuoso, allegro, a volte perfino un po’ scanzonato. “nell’essere umano la forza dell’amore combina sentimenti, intelligenza, presenza fisica e spirito e si muove a spirale, partendo dal nucleo centrale più profondo dell’uomo: il cuore. Ma l’amore non può essere espresso senza azione, senza un atto di volontà”

Ecco una definizione dell’amore che finalmente mi soddisfa, dà una risposta a tanti perché. In fondo è così semplice: amore significa amare. E’ il1985, agosto

Per qualche anno ci ritroviamo a fine agosto in questa bella casa a picco sul mare, sospesa tra gli ulivi, sotto il cielo della Liguria, sempre ospiti di Teddy: spaghetti al pesto, vino buono, tante risate, tanta allegria e tanti discorsi. Ma John non parla soltanto: è una di quelle rare persone che sanno ascoltare, che accettano ed apprezzano l’esperienza, i pensieri, le considerazioni degli altri. Si sente che per lui ogni essere umano è una creatura divina, si percepisce che si mette in contatto con te attraverso il Core, non soltanto attraverso la mente o le parole. Non tiene lezioni, conversa; non sale in cattedra, si siede vicino a te, ti parla e ti ascolta.

È passata qualche estate e io sono molto cambiata, ho preso delle decisioni importanti per la mia vita e so che John e Teddy hanno avuto un peso davvero importante in questi cambiamenti.

E’ il 1986, agosto. Ora mi trovo seduta in cerchio con un sacco di altre persone che non conosco, in una sala nella campagna francese. La mia curiosità, la mia voglia di crescere, di scoprire e di scoprirmi mi hanno spinto ad iscrivermi a questo seminario che durerà dieci giorni. Adesso sono in preda al panico. Gli altri parlano tutti inglese e tedesco in modo fluente. Mio marito e io siamo gli unici italiani, ma solo io ho problemi di lingua. E ho una maledetta paura. Se non fossi così terrorizzata, scapperei! Anche l’entrata di John nella sala non mi tranquillizza, al contrario! Sta per iniziare e non posso più far finta di niente e scappare fuori dalla porta più vicina, che comunque è lontanissima….

Uno dopo l’altro i partecipanti si presentano: scopro di essere l’unica alla prima esperienza di un gruppo e mi accorgo che anche gli altri sono emozionati e tesi. Fra poco toccherà a me presentarmi e dire perché sono qui. Panico. In realtà non lo so più nemmeno io, ma mi sarà molto chiaro fra poco.

Sto per dire il mio nome quando sento la voce decisa di mio marito dire “ lei è Nicoletta, mia moglie, è qui con me perché…” La sala scoppia in una fragorosa risata che rompe la tensione. Rido anch’io. Ecco perché sono qui! Devo capire chi sono io, che sono una persona, non sono la figlia di…la sorella di…la moglie di…la mamma di…. Il primo nodo da sciogliere è proprio la mia dipendenza, la mia incapacità di stare in piedi da sola nonostante la mia maschera mostri una donna impegnata, con un lavoro importante, tante responsabilità, l’aria sicura di sé e realizzata…

E’ stata dura, un paio di volte ho fatto la valigia per andarmene, ho detestato Teddy che mi aveva convinto a partecipare, ho odiato mio marito che mi faceva sentire abbandonata e tradita, ho sofferto di gelosia, rabbia, ira e tristezza… ma ho anche provato, per la prima volta emozioni profonde e vere, ho sentito intorno a me e soprattutto dentro di me una carica di amore, di gioia di vivere, di libertà, di sicurezza che non avevo mai provato. Ho urlato la mia frustrazione e la mia rabbia, ma braccia affettuose e tenere mi hanno accolto, ho scoperto la solidarietà femminile, ma anche la forza e l’appoggio maschile….

E ho visto John Pierrakos al lavoro con la sua energia inesauribile, il suo intuito, la sua preparazione e il suo cuore, la sua forza e la sua allegria. E la sua presenza. Si ha la sensazione che nulla sfugga mai alla sua attenzione, si accorge di tutto, arriva dappertutto e tutti ci sentiamo perfettamente al sicuro con lui, capaci finalmente di aprire il nostro cuore. Era l’agosto 1987.

Oggi sento di avere fatto molta strada ma so anche che la strada continua e mi piace scoprire che accanto a me ci sono sempre più persone, più amici e che tutti facciamo parte di un disegno bellissimo e trascendente. Ripenso alle chiacchierate in terrazza e a quello che John dice sempre, che “gli uomini e tutto il creato sono collegati tra loro da forze che sono come i raggi del sole che si espandono dal centro dell’universo e e creano tutto ciò che esiste, inclusa la terra e tutte le creature”

Nicoletta Piardi, pubblicato su “Alpha dimensione vita”, anno 1, n 2 marzo aprile 1995